In un incontro informale tra imprenditori, sparare un EBITDA alto da sicuramente molta soddisfazione ma se andiamo oltre questo veloce momento di auto celebrazione, dovresti chiederti: “sulla base di cosa posso stabilire che il mio EBITDA è Buono?” In altre parole quali sono i fattori che dobbiamo prendere in considerazione per essere realmente soddisfatti?
L’EBITDA è uno dei numeri chiave per comprendere la salute finanziaria della tua azienda. È indicatore equiparabile al tuo Margine Operativo Lordo (ricavi - costi) e in estrema sintesi indica la capacità della tua attività di generare ricchezza.
Ma è anche un indicatore che puoi utilizzare, anzi devi usare, per conoscere lo stato di salute della tua attività.
Un EBITDA insufficiente può mettere a rischio la stabilità della tua impresa impedendoti ad esempio di fare investimenti cruciali, o peggio, non riuscire a far fronte agli imprevisti. E la cosa più spaventosa è che spesso l’EBITDA positivo, potrebbe comunque non bastare per garantire la crescita e la sopravvivenza a lungo termine della tua azienda.
Quindi alla luce di tutto questo, come facciamo a sapere se un EBITDA è buono o no.
Gli approcci possibili sono tanti ma oggi ve ne presento due.
Possiamo confrontare il nostro EBITDA con dei benckmark di riferimento.
Io personalmente mi trovo d’accordo con questa generalizzazione:
- inferiore al 10% rispetto ai ricavi non è un risultato particolarmente brillante;
- tra 10% e 15% lo considero un risultato discreto;
- tra 15% e 20% è un buon risultato;
- superiore al 20% è il risultato ottimo di un’azienda potenzialmente in grado di crescere senza dover ricorrere a debiti nel breve/medio termine.
Attenzione però, queste percentuali sono indicative perché variano da settore a settore. Ad esempio, le società di distribuzione all’ingrosso hanno valori inferiori del 10% rispetto alle aziende industriali.
Mentre aziende fintech possono arrivare a percentuali decisamente più alte, in alcuni casi vertiginosamente più alte. Quindi se questo approccio ti piace, potresti prendere i bilanci dei tuoi primi 10 concorrenti e costruirti il tuo benckmark di settore.
Un secondo approccio, questa volta slegato dai benckmark di settore, è quello di valutare l’EBITDA sulla base della sua capacità di sostenere il vostro piano di crescita o alla sua capacità di sostenere eventi critici.
In entrambi gli approcci è importante ricordare che l’EBITDA preso da solo è un indicatore poco affidabile.
Suggerisco di affiancarlo sempre ad altri indicatori come ad esempio quello del Flusso di Cassa perché potresti avere anche un EBITDA del 50% ma se poi in cassa non hai liquidità (perché ad esempio i clienti non pagano o perché sei sopraffatto dai debiti) avresti una falsa percezione sulla salute del tuo business.
Quindi, la prossima volta che guardi l’EBITDA della tua azienda, non limitarti a constatarne il valore, chiediti come si posiziona rispetto ai benchmark del tuo settore o se è abbastanza per portarti li dove la tua attività merita di arrivare!
Alla prossima!
Carlo Camusso